Guadagnare col fotovoltaico

Ecco le fasi, spiegate nel dettaglio, per investire nel fotovoltaico. Ed ecco dimostrato perché conviene così tanto.


18 ottobre 2010

Avete deciso di convertire il vostro tetto in un impianto capace di produrre energia e di moltiplicare i vostri soldi? Vi sentite spersi in una realtà fatta di sigle, procedure e incentivi? Grazie al contributo di Abramo VolpiAlberto Ferrero, amministratore delegato e componente della direzione tecnica di Enova Italia, di Paolo Spinato, responsabile commerciale ed energy coach di BluEnergyControl, e ai contenuti dei libri Il Sole è Rotondo (Marco Fiorese, Hyper, 2009) e Pannelli Solari Gratis (Jacopo Fo, Dario Flaccovio Editore, 2008), ecco una guida pratica per orientarsi nel mondo del fotovoltaico.

A chi rivolgersi

La soluzione più semplice per chi sta pensando di installare un impianto fotovoltaico sul proprio tetto è chiedere un preventivo gratuito a un’azienda specializzata in soluzioni “chiavi in mano”, o rivolgersi direttamente ad un’azienda installatrice, in entrambe le soluzioni il cliente è seguito in tutte le fasi: progettazione, richiesta autorizzazione, installazione, pratiche di connessione alla rete elettrica e pratiche per la richiesta di incentivi al GSE erogati secondo le regole stabilite dal Terzo Conto Energia.

Fasi di installazione

  • Sopralluogo tecnico a opera del progettista o della ditta installatrice e comunicazione del preventivo;
  • Accettazione del preventivo e inizio del percorso autorizzativo;
  • Presentazione della Scia (segnalazione certificata di inizio attività) al comune di competenza;
  • Se necessario, presentazione della DIA (denuncia di inizio attività) solitamente richiesta per edifici aziendali o vincolati;
  • Installazione dell’impianto e dichiarazione di fine lavori;
  • Richiesta della connessione al proprio gestore del servizio elettrico, specificando se si vuole optare per la modalità in scambio sul posto o ritiro dedicato;
  • Richiesta al GSE per l’ottenimento degli incentivi disponibili.

In caso di condominio

Se l’installazione dell’impianto avviene sul tetto di un condominio, bisogna sempre avere un’autorizzazione alla messa in opera dei pannelli da parte dell’assemblea condominiale, sia quando si vuole operare sulla superficie del proprio terrazzo, sia quando si vuole utilizzare il tetto stesso del condominio. In questo caso, la soluzione più reale è quella di rendere l’intero condominio proprietario e utilizzatore dell’impianto, così che l’installazione possa consentire a tutti i condomini un sensibile risparmio sulle spese condominiali generali.

Convenienza e scelta dell’impianto

Grazie agli incentivi, oggi installare un impianto fotovoltaico è sempre conveniente in termini di ritorni economici e ambientali, anche se dal 1 gennaio 2011 si estingueranno i maggiori benefici del Conto Energia 2007-2013 per l’entrata in vigore delle nuovo regolamento 2011-2013.
Gli schemi di incentivazione attuali, infatti, remunerano maggiormente gli impianti totalmente integrati sul tetto. Leggermente inferiori, invece, sono gli incentivi assegnati agli impianti parzialmente integrati, mentre decisamente più bassi sono quelli riservati agli impianti isolati installati a terra.
Con il nuovo Conto Energia quindi, gli impianti integrati non beneficeranno dei medesimi incentivi, attivi fino alla fine dell’anno 2010.

Investimento: come, dove e con chi?

(Fonte: Il Sole è Rotondo)

  • Opzione 1, investimento di tutto il capitale. Ammettendo che il costo di un impianto medio sia di 20.000 euro e che la sua durata sia di 40 anni, si può decidere di pagare tutto e subito. Con l’aiuto dell’incentivo statale, e grazie al risparmio energetico in bolletta, ogni anno si incasseranno 2.000 euro.
    L’investimento sarà così recuperato nei primi dieci anni. Nei successivi dieci i conti si faranno più interessanti. Senza fare nulla, i risparmi investiti si moltiplicheranno fino a raddoppiare il valore del capitale d’avvio nei 20 anni successivi: i 20.000 euro iniziali saranno diventati 50.000, tre volte di più del capitale investito 30 anni prima.
  • Opzione 2, richiesta di finanziamento. Sempre tenendo presenti le condizioni iniziali – 20.000 euro di investimento per una durata di funzionamento di 40 anni – si può decidere di rivolgersi alle banche per ottenere un finanziamento. In questo modo, si possono investire 1.000 euro e chiedere alla banca gli altri 19.000. Nei primi dieci anni il ricavato del risparmio energetico e dell’incentivo statale (sempre 2.000 euro) copriranno le spese per estinguere il mutuo, andando quindi alla banca. Una volta riscattato l’impianto a moltiplicarsi. Nell’arco dei 20 anni il capitale d’avvio sarà quadruplicato costituendo una pensione c, a partire dal 14° anno, i 1.000 euro investiti nell’operazione, più i 6.000 euro di rate del mutuo, inizieranno he nei 30 anni di attività dell’impianto varrà 24.000 euro, ossia tre volte di più del capitale investito.

Ovviamente, la rendita dell’investimento dipende dalla somma iniziale investita (tabelle di riferimento molto chiare si possono trovare nell’appendice del libro Il Sole è Rotondo).

Per i privati, lo strumento classico di finanziamento è un mutuo chirografario in cui si danno in garanzia alla banca i futuri incentivi che si otterranno dal GSE.

Fonte: http://www.blogtecnico.com

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