Previsioni aumento dell’occupazione nel settore delle energie rinnovabili

Le rinnovabili non sono solo fonti di energia ma stimoli per l’occupazione. Le previsioni fatte dalla Commissione europea e da Greenpeace concordano su questo punto e forniscono un quadro decisamente interessante, con centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.

Partiamo dal prospetto europeo. Secondo le stime esposte in questi giorni dal vice direttore generale DG Energia della Commissione Europea, Fabrizio Barbaso, «Con una politica estera energetica comune riusciremmo a creare nuovi posti di lavoro: nel settore degli investimenti dovremmo creare circa 800mila nuovi posti di lavoro in Europa, con la politica delle rinnovabili 400mila, con la politica dell’efficienza energetica 2 milioni». Sintetizzando, ne escono 2,4 milioni considerando insieme rinnovabili ed efficienza energetica.

Barbaso guarda alla necessità di regolare «il flusso di importazioni con una politica estera energetica comune, con una presa di coscienza nuova da parte dell’Europa». È proprio «una politica condivisa nei confronti dei fornitori può cercare di far valere la sua voce nei confronti del mercato internazionale. Se riusciamo ad attuare queste politiche dovremmo riuscire a creare nuovi posti di lavoro». Da qui le stime davvero ottimistiche.

Ad aggiungere ottimismo circa lo stimolo occupazionale fornito dalle fonti energetiche “pulite” ci sono anche le previsioni di Greenpeace. Attraverso il suo rapporto Energy [R]evolution 2012 l’associazione ambientalista ha evidenziato che «I numeri dell’occupazione sono destinati a mutare significativamente. Si prevede un tasso di occupazione crescente, con il 65% dei posti di lavoro nel settore energetico al 2030 garantiti dalle fonti rinnovabili».

La vera rivoluzione, secondo Greenpeace, passa proprio attraverso sole, vento e altre opportunità energetiche alternative, in grado di «arrivare a coprire al 2030 il 37% della domanda globale di elettricità, con una capacità installata di 7.392 GW». Nel lungo termine, si rileva nel rapporto, il 94% dell’elettricità potrà essere prodotto da fonti rinnovabili, che saranno «significativamente più economiche» delle altre fonti, con un abbattimento dei costi in bolletta fino al 40%».

 

05/10/2012

Fonte:

http://www.tekneco.it

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