Risparmio energetico per edifici da ristrutturare: come intervenire

 “Un appartamento realizzato negli anni Sessanta o Settanta consuma fino a 270 kWh al metro quadro ogni anno, uno realizzato negli anni Novanta tra i 120 e 150 kWh, mentre una costruzione ben isolata oggi può contenere i consumi tra 20 e 50 kWh”. Dati indicativi che aiutano a fissare il punto di partenza necessario per ogni intervento: conoscere quanto consuma la propria abitazione è fondamentale per strutturare l’intervento più appropriato. Una risposta in tal senso arriva dalla consultazione delle ultime bollette.

 

L’isolamento abbatte i consumi

Un esempio può aiutare a comprendere meglio gli interventi realizzabili e i relativi benefici. Consideriamo un appartamento di 100 metri quadri collocato al terzo (ultimo) piano di un condominio con riscaldamento centralizzato, realizzato tra gli anni Settanta e gli Ottanta, che non abbia mai subito interventi di ristrutturazione importanti. E immaginiamo che abbia pareti perimetrali spesse 33 centimetri, con le finestre dotate vetro singolo e telaio in legno, lastrico solare non isolato e solaio del primo appartamento confinante con box auto non riscaldato.

“In un caso come questo”, spiega Petrone, “l’appartamento consuma mediamente  circa 150 KWh al metro quadro ogni anno, con la copertura che costituisce l’elemento maggiormente disperdente (è responsabile di un terzo) delle perdite di calore, davanti ai serramenti (17% circa) e alle pareti (con il 12%)”. Il consiglio dell’esperta è di procedere innanzitutto con l’isolamento della copertura, attraverso un isolante di 12-15 centimetri, “con le lastre che hanno un costo di  circa 25-30 euro al metro quadro”. Nell’abitazione presa come esempio, l’esborso sarebbe, quindi, intorno ai 2.500-3.000 euro, con benefici nei consumi (e quindi in bolletta) quantificabili intorno al 20%. In aggiunta si può intervenire anche sulle pareti, “riempendo l’intercapedine di aria con materiale isolante sfuso”. Il costo dell’intervento raddoppierebbe, ma lo stesso varrebbe anche per il beneficio.

 

Via ai lavori più veloce con la Scia

Solitamente l’approccio alla ristrutturazione edilizia è inteso esclusivamente come un costo. Al contrario andrebbe inteso al pari di un investimento, considerati i vantaggi che ne possono derivare. In questo senso può essere utile, ad esempio, abbinare i lavori per il risparmio energetico ad altri lavori straordinari (come il rifacimento dell’impermeabilizzazione delle coperture o degli intonaci esterni) già preventivati. L’esborso totale sarebbe così inferiore alla somma dei due interventi, mentre la resa sarebbe superiore, considerato che si agirebbe su un’ottica globale di contenimento dei consumi e miglioramento dell’efficienza complessiva dell’immobile.

Inoltre, dal 2 agosto scorso è entrata in vigore la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) che sostituisce la vecchia Dia, consentendo l’avvio dei lavori lo stesso giorno in cui viene presentata in Comune. Da quel momento, le autorità hanno 60 giorni per effettuare eventuali controlli. La Scia può essere applicata a tutti gli immobili, tranne quando vi sono vincoli ambientali, paesaggistici o culturali.

 

Quali incentivi?

A favore della scelta ecologica gioca anche la possibilità di detrarre il 55% di tutte le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica degli edifici, con un tetto di 181mila euro, rimborsabili in cinque rate annuali. Una misura che, tuttavia, scadrà a fine 2010, senza che all’orizzonte si prefiguri un rinnovo degli incentivazione. Occorre, quindi, fare presto per non essere tagliati fuori dal beneficio. A quel punto non resterà che ripiegare sulla meno generosa detrazione del 36% prevista per tutte le ristrutturazioni edilizie, rimborsabile in dieci rate annuali.

 

30/08/2010

Fonte:  http://www.tekneco.it